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titolo: la montagna per tutti
Attrezzatura || Arrampicate || Boulder ||


PARLIAMO DI:
ROCCIA:

La Val Varaita:
Triangolo della Caprera (2763 m) - "Via Angelo Gaido"


Informazioni aggiornate a Luglio 2006
Bellissima via aperta da F. Michelin nel 1984 in memoria di Angelo Gaido.
Si sviluppa sulla placconata del Triangolo sfruttando una serie di fessure parallele e diedri. Supera l'evidende strapiombo superiore sulla sinistra.
Le soste sono attrezzate anche per le calate; la chidatura è a spit e chiodi: le protezioni sono abbastanza distanti ma facilmente integrabili con nuts e friends.

Difficoltà: TD- / V+ con breve tratto di VI-.

Sviluppo: 400 m.

Materiale: nuts e friends medi - Due corde da 50 m.

Itinerario di salita della Via

L'attacco della via si trova sopra lo zoccolo ed è raggiungibile superando per cenge lo stesso zoccolo sul lato sinistro.
Tuttavia nel 2004 lo stesso Michelin ha attrezzato 3 tiri (con corde da 60 m è possibile e consigliabile unire il secondo e terzo tiro), che consentono di superare in arrampicata lo zoccolo lungo la linea di discesa delle doppie. Lo sviluppo della via è stato quindi aumentato di 100 metri.
L'attacco allo zoccolo si trova a una decina di metri dal margine destro della parete (IV - attenzione alle pietre smosse soprattutto sul primo e terzo tiro).

Itinerario di salita
In sosta dopo il primo tiro
Paolo Longo in S2 alla fine del primo tiro
In rosso la posizione delle soste dei tiri successivi
1° tiro dalla terza sosta dopo lo zoccolo, spostarsi a sx (nome della via segnata sulla roccia). Salire su placche appigliate fino ad una lastra staccata; seguire quindi la fessura che dà la direttiva alla salita. Superare un risalto (V), e proseguire fino alla sosta sulla placca a destra (IV, V) - 45 m;
2° tiro Riportarsi a sinistra e seguire la fessura con arrampicata un pò delicata (V, passo di V+), fino ad un diedro, con la faccia sx inizialmente alta circa 40 cm. (un pino sotto un tetto alla vostra sx). Proseguire nel diedro sino a raggiungere la sosta con cordoni (IV) - 40 m.
N.B. Non attraversare la placca verso destra, dove è attrezzata la sosta della Via dei Carmagnolesi che ha i primi due tiri in comune.
3° tiro Continuare per pochi metri nel diedro sino al suo termine e scavalcare verso sinistra in placca.
Al centro della placca, verso sx, è presente una sosta (della via Ferraro-Santero-Siri): proseguire invece dritti fin sotto ad uno strapiombo inciso da una larga spaccatura (IV); superare la spaccatura (IV+) e continuare direttamente fino ad un terrazzino alla base di grandi placche lisce (IV).
4° tiro Superare le placche con bellissima arrampicata sfruttando una sottile fessura (V, VI), fino a raggiungere, a sinistra, l'inizio di un diedro dove si sosta (35 metri - è il tiro più impegnativo ed è anche il più protetto. Solo un chiodo, piantato a fondo risulta inutilizzabile).
5° tiro Continuare lungo il diedro (IV), poi direttamente su placche (IV, IV+), fin sotto ad uno strapiombo. Spostarsi a sinistra (V+) e superare lo strapiombo (IV+), raggiungendo la sosta poco sopra.


6° tiro Salire per placche fin sotto alla fascia di tetti che attraversano tutta la parte superiore della parete (III, III+), raggiungendo una cengia (da qui è possibile raggiungere a sinistra la via di discesa: si segue la cengia sino ad un canalino sul versante Nord - passi di II - arrivando sui pendii detritici della Punta Caprera).
7° tiro Continuare a sinistra seguendo la fessura, e dopo una decina di metri attraversare a sinistra e salire verso la sosta (IV).
8° tiro Proseguire lungo la fessura, spostarsi a destra su placca (V+) e continuare con bella arrampicata fino a raggiungere la cresta di sinistra (IV+, V) A questo punto si può scendere a sinistra oppure proseguire fino alla sommità della parete seguendo la cresta (III, IV, passaggi non obbligati / non attrezzato)

DISCESA Doppie da 50 metri sulle soste della via (si salta solo la sosta posta sulla cengia sotto ai tetti).
E' possibile scendere prima di uscire sulla cresta (come descritto nella relazione), oppure dalla cima si raggiungono le cenge che provengono dal passo Guillemin.


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